Fonte: Elaborazioni su dati Banca d'Italia
Nel
2015 il debito pubblico si è attestato a poco meno di 2.170 miliardi, pari al 133,4%
del pil (132,3 nel 2014). In un anno è aumentato di 33,8 miliardi.
Al
netto degli oltre 58 miliardi che l'Italia ha dato ai paesi della
zona euro in difficoltà (direttamente o attraverso organismi
europei), il debito “interno” si riduce a
2.111,7 miliardi (quasi 36 in più
rispetto ad un anno fa).
L’aumento
del debito “interno” relativo al 2015 è stato totalmente finalizzato per la
copertura del “fabbisogno interno”, pari a 45,4 miliardi (il 2,8% del pil), di
cui circa 71 derivanti dagli interessi passivi. Il saldo primario (ossia al
netto degli interessi sul debito pubblico) segna pertanto un avanzo di 25,5 miliardi,
ovvero l’1,6% del pil.
Il
fabbisogno di 45,4 miliardi è stato coperto, come si è detto, per 35,9 mediante
l’indebitamento e per 10,7 miliardi attingendo alla liquidità che il Tesoro ha
presso la Banca d’Italia. Sono invece aumentate di 1,2 miliardi le
disponibilità degli enti locali presso il sistema bancario.
Nel
complesso, la liquidità del settore pubblico si commisura in 62,6 miliardi, pari al 3,8% del pil. In particolare, a fine 2015 la liquidità del
Tesoro era di 35,7 miliardi, mentre le altre AAPP potevano contare su 26,9 miliardi.
Aggiornamento del 5 marzo 2016
Dopo la pubblicazione dei dati "definitivi" del pil da parte dell'Istat il debito pubblico si attesta al 132,7%
Aggiornamento del 5 marzo 2016
Dopo la pubblicazione dei dati "definitivi" del pil da parte dell'Istat il debito pubblico si attesta al 132,7%
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