Fonte: Elaborazioni su dati Istat
I bilanci
Secondo
l’Istat, nel 2013 le imprese industriali (escluse le costruzioni) erano poco
meno di 429 mila, il 2% in meno rispetto all’anno prima (e ciò equivale ad una
chiusura di 8.680 imprese, che si aggiungono alle 5.784 cancellate nel 2012).
Il calo maggiore si è concentrato tra le medie imprese (quelle tra i 20 e i 250 addetti), per le quali sono venute meno
il 3,6% delle aziende. Le grandi imprese (oltre i 250 addetti) che hanno chiuso
o sono passate alla dimensione inferiore sono l’1,7%. Hanno infine cessato l’attività l’1,9% delle piccole
aziende (meno di 20 addetti).
Il
fatturato è stato nel complesso di oltre 1.184 miliardi, il 3,8% in meno
rispetto al 2012. Il calo è stato particolarmente forte tra le grandi imprese
(-9,6%), quale risultato di un decremento del fatturato medio dell’8% che si va ad aggiungere
alla flessione del numero delle grandi imprese. Le vendite complessive sono diminuite anche per le
piccole (-3,5%), ma il fatturato medio si contrae solamente dell’1,6. Quanto
alle medie, nonostante siano diminuite di numero (3,6%), il fatturato
complessivo cresce del 3,3%, grazie ad un aumento dei ricavi medi per impresa
del 7,2%.
Al calo
delle vendite ha corrisposto un taglio degli acquisti di materie prime, beni
intermedi e servizi necessari alla produzione del 4,4%.
Il
valore aggiunto, ossia l’incremento di valore che l’attività dell’impresa
apporta al valore dei beni e servizi ricevuti da altre aziende mediante l’impiego
dei propri fattori produttivi, aumenta - grazie alla contrazione degli acquisti dei prodotti intermedi - dal 19,9 al 20,4% del fatturato. La maggiore
incidenza del valore aggiunto riguarda le piccole imprese (per le quali aumenta
dal 25,3 al 26% del fatturato) e le grandi (dal 17 al 17,7%). Cala invece per
le medie (dal 21 al 20,8%).
Il
costo del lavoro diminuisce dello 0,7%, quale effetto combinato di un calo dei
dipendenti del 3% (pari a 46.700 persone) e un aumento del costo per dipendente
del 2,2%. Il maggior calo del fatturato rispetto al costo del lavoro accresce l’incidenza di quest'ultimo, dall’11,8 al
12,2%.
Tra le
piccole imprese, i dipendenti diminuiscono del 3,9%. Minore è invece il calo tra le medie e le grandi aziende (2,5-2,6%). Quanto al costo
del lavoro per dipendente, vi è sostanziale uniformità tra le piccole e le
medie (con aumenti tra il 2,7 e il 2,8%), mentre l’aumento per le grandi
imprese si ferma all’1,6%. L’incidenza del costo del lavoro sul fatturato
diminuisce con l’aumento della classe dimensionale: dal 13,9 delle piccole al 10,5
delle grandi.
Il
maggior peso del fattore lavoro sul fatturato erode quasi
completamente il guadagno che era stato ottenuto sul valore aggiunto e il margine operativo lordo (MOL) cresce solo di
un decimo di punto, all’8,2%.
Al contrario del costo del lavoro,
il MOL è tanto più alto quanto minore è la classe dimensionale. Si passa così dal 12% delle piccole al 7,2 delle grandi.
Il MOL
si contrae in termini assoluti per il complesso delle imprese industriali del
2,6% rispetto al 2012. Le aziende non riescono tuttavia ad evitare un aumento
degli altri costi e oneri di gestione (+1%), sicché i profitti lordi arretrano del 3,2%, sebbene restino invariati sul fatturato (6,9%) rispetto all'anno precedente.
Struttura e
indicatori di competitività
Le 428.970
imprese del settore industriale occupano oltre 4 milioni e 35 mila di persone,
con una media di 9,4 addetti per azienda (9,9 nel 2009).
Le
imprese fino a 19 addetti (in media meno di 4 occupati per azienda) sono il 92,8%
del settore ed occupano il 37,4% delle persone.
Il loro fatturato vale il 17,8% dell'intero settore industriale.
Le
imprese tra 20 e 249 addetti (con una media di 51 persone) sono meno del 7%,
occupano il 37,3% del personale e fatturano il 39,2% delle vendite complessive
del settore.
Le
imprese con oltre 250 addetti (in media 738 lavoratori per azienda) sono
solo lo 0,3%, ma garantiscono più del 25% dell’occupazione e realizzano quasi il
43% del fatturato del settore industriale.
Il
fatturato per dipendente delle imprese industriali è mediamente superiore
a 339 mila euro (-0,8% sul 2012). Tale rapporto sale a quasi 499 mila per le
grandi imprese, mentre scende a meno di 211 mila per le piccole.
Nelle
piccole imprese il costo del lavoro per dipendente ammonta a 29.400 euro (il 43,9%
in meno delle grandi e il 29,8% in meno delle medie imprese). Per il settore
industriale nel suo insieme il costo del lavoro per dipendente è di 41.300 euro
annui.
Nelle
piccole imprese ogni dipendente in media lavora quasi 1668 ore l’anno (lo 0,4%
in più che nelle medie e il 3,9% in più che nelle grandi). Per
il complesso del settore industriale le ore mediamente lavorate da
ogni dipendente sono state quasi 1.650 ore.
Nel
complesso, le quote di mercato crescono soprattutto per le medie imprese e ciò
le permette di ampliare i margini del 7,3% sul 2012. Le piccole imprese mantengono
gli stessi livelli di MOL dell’anno precedente (e lo aumentano rispetto al
fatturato), ma solo grazie ad un
drastico calo dei dipendenti (-3,9%). I perdenti del 2013 sono le grandi
imprese che, oltre al calo del fatturato, accusano una contrazione dei margini
del 12%.